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Great Resignation: cos’è e le iniziative da adottare

Scritto da Talent Acquisition Team | May 6, 2025 7:00:00 AM

Quando in un’azienda il livello di benessere non è sufficiente, i dipendenti ne risentono anche a livello psicologico.
Cresce l’insoddisfazione e, come conseguenza, si manifestano fenomeni come la Great Resignation, che influiscono in modo negativo sul clima e sulla produttività di un’azienda.

Scopriamo il significato di questo termine e quali sono le iniziative che si possono adottare per contrastarlo.

 

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Indice:

Cos’è la Great Resignation

Oggi, più che in passato, il benessere e le scelte in ambito lavorativo vivono un rapporto di reciproca influenza.

Non è un caso infatti che negli ultimi tempi si siano diffuse espressioni come work-life balance, o work-life synergy, che affrontano il legame tra il contesto lavorativo e la vita privata, ponendo l’accento su come l’uno possa avere un effetto positivo (o negativo) sull’altra.

Il livello di wellbeing in azienda è diventato uno degli indici (se non quello principale) a cui le persone si affidano per valutare la propria condizione lavorativa e, negli ultimi anni, sempre più dipendenti prendono la decisione di abbandonare il proprio posto anche senza alternative, nel caso esso non offra un livello adeguato di stabilità psicologica.

Lo dimostra la situazione dipinta dal report “Global Workplace 2024 di Gallup”, secondo cui il 69% dei lavoratori intervistati dichiara uno stato di infelicità lavorativa, ovvero 7 dipendenti su 10.

Un dato che in Italia trova ancora maggiore conferma nel Workmonitor di Randstad realizzato ad inizio 2025, che segnala come il 57% delle persone sarebbero pronte a lasciare il proprio lavoro se questo venisse vissuto con disagio.

Qui, prende forma la Great Resignation, un termine di origine americana che descrive un fenomeno lavorativo di massa per il quale i dipendenti tendono sempre più spesso ad abbandonare il proprio posto di lavoro, anche in assenza di alternative, a causa degli effetti negativi che l’azienda ha sul loro benessere psicologico.

Le cause principali della Great Resignation

I fattori che influenzano il wellbeing dei dipendenti nel contesto aziendale sono svariati e  di conseguenza, lo stesso accade alle cause legate alla Great Resignation.

Secondo l’Employer Brand Research, condotta nel 2024, i motivi che più frequentemente portano a questo fenomeno sono:

  • il work-life balance: molti dipendenti abbandonano il proprio posto di lavoro perché l’azienda non offre un livello di flessibilità che consente di gestire con autonomia la propria quotidianità in ufficio;
  • il clima aziendale negativo: il rapporto con gli altri membri del team incide in modo significativo sul benessere di ciascun dipendente, motivo per cui l’assenza di un clima positivo porta spesso a cercare nuove prospettive lavorative. I manager, in particolare, hanno un ruolo decisivo sulla felicità dei dipendenti, come dimostra il Global Workplace di Gallup;
  • retribuzione e benefits: il terzo, grande driver della Great Resignation è una bassa retribuzione, a cui seguono i programmi insoddisfacenti di welfare aziendale, indicatori essenziali nella valutazione del proprio benessere lavorativo.

La situazione italiana

Come abbiamo anticipato, la Great Resignation ha assunto un carattere globale, influenzando la stabilità lavorativa di ogni paese, inclusa l’Italia.

Una delle ricerche che meglio descrive il nuovo contesto aziendale italiano è il Global Talent Barometer.
La ricerca, che valuta la felicità collettiva in ambito lavorativo in più di quaranta paesi, ha posizionato l’Italia al quindicesimo posto della classifica, mostrando una situazione non critica, ma con ampi margini di miglioramento.

Lo studio rivela che solo il 36% degli italiani ritiene di vivere una situazione lavorativa priva di stress, un dato al di sotto della media complessiva (41%) e il 68% sarebbe disposto a cambiare lavoro per ottenere migliori condizioni di benessere.


Un’altra panoramica che si rivela particolarmente utile per comprendere la portata della Great Resignation in Italia nel corso degli anni viene fornita dalla ricerca condotta nel 2023 dal Politecnico di Milano secondo cui, nello stesso anno, il 47% degli intervistati aveva già mostrato interesse nel cambiare lavoro o lo aveva effettivamente cambiato, percentuale che raggiungeva il 77% in riferimento ai Millennials e Gen Z.

Quali iniziative adottare per combattere la Great Resignation

Anche per la singola azienda, combattere la Great Resignation significa capire come promuovere la felicità dei propri dipendenti, in modo che non sentano il bisogno di cambiare lavoro.

Questo obiettivo si può raggiungere mettendo in pratica diversi strumenti, come pacchetti di welfare aziendale, approcci di lavoro flessibile o politiche di smart working.

Tuttavia, questi elementi possono essere funzionali solo se rispondono realmente alle esigenze dei dipendenti, di conseguenza è necessario mettere in atto delle strategie di ascolto attivo, come survey e momenti di confronto.

Attraverso questo metodo, l’azienda può disporre di una panoramica reale delle proprie criticità, sulla quale definire quali interventi a favore del wellbeing è utile applicare.

In conclusione, la Great Resignation è un fenomeno negativo dovuto ad una mancanza di benessere all’interno del contesto lavorativo, ma nonostante l’impatto che può avere sulla produttività collettiva dell’impresa, esistono diversi metodi che contribuiscono a limitarlo e tutti partono dall’ascolto attivo dei dipendenti, grazie al quale è possibile individuare con anticipo le aree su cui intervenire e migliorare così il livello di wellbeing di ogni persona.

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