Il Design Thinking è diventato un approccio sempre più rilevante nei processi di progettazione di prodotti e servizi, grazie alla sua capacità di guidare le organizzazioni verso soluzioni innovative.
Con questa metodologia le imprese si impegnano a risolvere problemi complessi a partire da una forte centratura sul cliente, così da prendere decisioni strategiche mirate e consapevoli.
Approfondiamo di che cosa si tratta, continua a leggere per saperne di più!
- Design Thinking: cos'è e a cosa serve
- Le fasi del Design Thinking
- I quattro modelli del Design Thinking
- Gli ambiti di applicazione del Design Thinking
Scopri tutti i termini più importanti legati all’innovazione digitale: clicca il bottone qui sotto e scarica il pratico glossario!
Design Thinking: cos'è e a cosa serve
Il Design Thinking è un metodo per la risoluzione dei problemi user-centered, e cioè totalmente centrato sull'essere umano, che incorpora elementi di empatia, creatività, innovazione e razionalità nel trovare soluzioni a sfide complesse.
Tale approccio si basa sulla comprensione profonda delle esigenze e dei comportamenti degli utenti, per sviluppare prodotti e servizi che siano non solo funzionali ma anche di valore per le persone.
Con questa metodologia ogni team di un’azienda può sviluppare il proprio pensiero creativo nella risoluzione dei problemi e apprendere continuamente nuove modalità di progettazione dell’innovazione. Grazie alla sua grande flessibilità, il Design Thinking può infatti applicarsi non solo in diverse tipologie di organizzazioni ma anche all’interno di ogni loro team e funzione.
Le fasi del Design Thinking
L’applicazione della metodologia del Design Thinking prevede cinque fasi fondamentali:
- Empatizzare: come già anticipato, il focus di questo approccio è la persona; ecco quindi che riuscire a empatizzare con le persone a cui ci rivolgiamo è il primo step fondamentale per comprenderne bisogni, desideri e sfide, e progettare di conseguenza una soluzione che risponda ad essi.
- Definire il problema: la fase di empatia è preliminare alla definizione del problema che si ha di fronte; sintetizzare le informazioni raccolte nel primo step permette di comprendere quale sia concretamente il problema da affrontare, delineandolo in modo chiaro e preciso.
- Ideare: a questo punto, la conoscenza delle persone e dei loro problemi dovrebbe essere ben chiara, e si può così procedere con l’ideazione di soluzioni efficaci a queste sfide. Certamente, per sua natura questo tipo di approccio prevede la creazione di diverse tipologie di soluzioni: l'obiettivo è incoraggiare la creatività e sfidare le convenzioni per scoprire soluzioni innovative e promettenti.
- Prototipare: una volta che le idee sono state generate, si passa alla fase di prototipazione, durante la quale si traducono le soluzioni selezionate in versioni tangibili e visualizzazioni concrete. Questo permette di valutare concretamente la qualità e fattibilità delle soluzioni: grazie a questo processo di sperimentazione il team può esplorare rapidamente diverse alternative, identificare potenziali problemi e affinare le idee.
- Testare: infine, i prototipi vengono presentati agli utenti per raccogliere feedback diretti. Tale fase non rappresenta la fine del processo, ma è fondamentale per consentire al team di affinare le soluzioni proposte adeguandole sempre più alle necessità del target di riferimento.
I quattro modelli del Design Thinking
Va inoltre sottolineato che non esiste un’unica interpretazione del Design Thinking: una ricerca condotta dall’Osservatorio Design Thinking del Politecnico di Milano su un campione di oltre 60 aziende italiane ha infatti identificato quattro modelli, cioè quattro forme di Design Thinking che le imprese possono scegliere di adottare:
- Creative problem solving: è l’approccio più diffuso, e consiste nello spingere i limiti della creatività per trovare soluzioni innovative, a partire da un forte focus sulle esigenze del cliente. Questo metodo incoraggia il team a esplorare prospettive non convenzionali, per affrontare le sfide di progettazione con un approccio fresco e innovativo.
- Sprint execution: si concentra sulla rapidità e sull'efficienza nell'implementazione delle soluzioni. In questo contesto, i team multidisciplinari lavorano in sessioni di sprint intense e concentrate, per tradurre rapidamente le idee in prototipi tangibili, consentendo così un ciclo di feedback veloce.
- Creative confidence: promuove un ambiente in cui i membri del team si sentano liberi di esprimere apertamente le proprie idee senza temere giudizi. Il modello incoraggia la collaborazione e la condivisione di prospettive diverse, creando un terreno fertile per l'innovazione con l’obiettivo di stimolare l’imprenditorialità e la fiducia nelle proprie risorse.
- Innovation meaning: l'ultimo modello va a ridefinire i valori e la visione aziendale, per creare soluzioni che siano di valore non solo per gli utenti ma anche per l’organizzazione stessa. Si tratta di un approccio ancora poco diffuso ma ricco di potenziale, che può supportare le imprese nella definizione di prospettive future da seguire.
Gli ambiti di applicazione del Design Thinking
Una delle peculiarità del Design Thinking è la sua capacità di adattarsi a diversi ambiti, dalla progettazione di prodotti fisici alla creazione di esperienze digitali arrivando all'innovazione organizzativa.
Risulta quindi applicabile in qualsiasi contesto in cui l'innovazione, la comprensione profonda degli utenti e la risoluzione creativa dei problemi siano cruciali: si tratta di uno strumento potente per affrontare sfide complesse e creare soluzioni significative in un'ampia varietà di settori.
In conclusione, in un’epoca in cui le aziende fanno sempre più fatica a distinguersi e ad attrarre i giusti consumatori, adottare l’approccio del Design Thinking permette di ridefinire le proprie strategie mettendo sempre al centro i bisogni e i desideri del cliente, per progettare un’offerta personalizzata e coerente con essi.
Mettiti alla prova per scoprire quante ne sai in merito alle novità tecnologiche: svolgi il nostro quiz!