I Big Data oggi rivestono un ruolo cruciale nel plasmare il modo in cui le organizzazioni operano e prendono decisioni. Questi enormi insiemi di dati forniscono un tesoro di informazioni, la cui gestione e analisi rappresenta una sfida significativa per la Business Intelligence.
Per comprendere cosa siano i Big Data basta pensare a quanti strumenti tecnologici utilizziamo ogni giorno: con la diffusione dell’Internet of Things, sempre più dispositivi sono connessi a Internet e ciascun individuo produce quotidianamente un’enorme mole di dati. Smartphone, smartwatch, siti web, piattaforme di streaming, social network: ogni giorno utilizziamo questi strumenti e nel farlo produciamo dei dati che possono essere raccolti e analizzati.
E se correttamente gestiti dalle imprese, tali dati possono trasformarsi in una risorsa preziosa per migliorare l’efficienza dei processi aziendali, anticipare la domanda dei clienti e creare un’offerta sempre più personalizzata.
In questo articolo approfondiamo il significato dei Big Data e le loro potenzialità: buona lettura!
Indice:
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Innanzitutto diamo una definizione di “Big Data”: tale espressione fa riferimento ad un enorme set di dati informatici, che si distinguono per la loro grandezza e velocità con cui vengono prodotti, tanto da non poter essere analizzati attraverso metodi tradizionali. Tali dati provengono da una varietà di fonti, e possono essere generati sia in modo automatico dalle macchine sia dalle persone.
In particolare, quando si parla di Big Data si fa generalmente riferimento a tre principali elementi che li caratterizzano, definiti “le tre V dei Big Data”:
Va inoltre sottolineato che negli ultimi anni sono state evidenziate due ulteriori caratteristiche da integrare quando si parla di Big Data:
Certamente, una mole di dati così importante non può che fornire molteplici vantaggi alle imprese: con i Big Data le aziende possono connettersi con i propri consumatori in tempi record, registrando ogni loro attività online per comprenderne i bisogni, i desideri e le abitudini, e creare di conseguenza una strategia personalizzata.
E non solo: grazie ai Big Data le imprese possono prendere decisioni strategiche più consapevoli, ottimizzando al contempo i costi e i tempi di produzione.
Secondo il rapporto “Il Digitale in Italia 2024” di Anitec-Assinform, il mercato dei Big Data in Italia ha visto una progressiva espansione negli ultimi anni, arrivando nel 2023 a registrare un investimento del valore di oltre 1,715 milioni di euro.
Questo dato, confrontato con l’anno precedente, mette in luce un incremento degli investimenti pari al 13,2%, dato che conferma la sempre maggiore importanza che le aziende attribuiscono alla gestione e analisi dei dati, tanto che sempre più spesso si sente parlare di organizzazioni “data driven”.
Il Mercato dei Big Data in Italia (2021-2023)
L’utilizzo dei Big Data è divenuto una componente essenziale delle strategie aziendali italiane: sempre seguendo quanto emerso dal report “Il Digitale in Italia 2024”, oltre il 73,9% delle imprese medio grandi italiane ha sviluppato o sta sviluppando un approccio data driven, mentre del restante 26,1%, solo il 7,3% dichiara di non utilizzare e non voler sviluppare strategie basate sui Big Data.
Questa panoramica dimostra come in Italia si stia consolidando una forte consapevolezza collettiva dei vantaggi relativi all'impiego dei Big Data come elemento strutturale imprescindibile delle strategie aziendali.
Nonostante i dati confermino una tendenza positiva verso la digitalizzazione e l’adozione di strategie data driven, lo sviluppo dell’ecosistema italiano dei data center si trova a fronteggiare diverse complicazioni di carattere prevalentemente burocratico.
In primo luogo, ad oggi il mercato dei data center non ha accesso ad una regolamentazione specifica: i centri di elaborazione dati vengono ancora inclusi nel più generico insieme degli edifici industriali e questo ha come conseguenza diverse imprecisioni di carattere normativo, che complicano l’apertura di nuovi data center.
Una seconda difficoltà burocratica è rappresentata dalla diversificazione delle procedure regionali per l’installazione dei data center, processo che rallenta notevolmente l’espansione del mercato.
A questo scenario si aggiunge anche una bassa disponibilità di capitale di rischio, che incide negativamente sulla possibilità di attrarre l’attenzione di nuovi investitori.
In conclusione, possiamo affermare che l’ecosistema delle imprese italiane ha collettivamente riconosciuto la necessità di adottare un approccio data driven basato sui Big Data, per competere all’interno di un contesto aziendale sempre più digitalizzato, nonostante le difficoltà che si riscontrano a livello normativo.
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